12/09/2005
La lezione di Katrina: cambiare il modello energetico
Secondo il Worldwatch Institute il devastante impatto umano e finanziario dell’uragano “Katrina” sulla costa meridionale degli Stati Uniti è la prova evidente che le decisioni politiche ed economiche fatte dagli USA e da altri paesi stanno fallendo di fronte ad un sistema ambientale che non è basato su risorse naturali infinite e controllabili.
Ad esempio l’alterazione del fiume Mississippi e la distruzione della zone umide e costiere hanno lasciato, presso la sua foce, l’area intorno a New Orleans altamente vulnerabile alle forze della natura che, secondo molto scienziati, sono state ingigantite dal riscaldamento globale in atto che ha tra i suoi primari effetti il continuo incremento della temperatura dell’acqua del golfo e l’innalzamento del livello del mare.
Il Worldwatch Institute ammonisce i responsabili politici mondiali nel continuare con la distruzione della natura e con l’utilizzo delle fonti energetiche fossili, poiché ciò porterebbe le future generazioni a dover affrontare disastri che renderebbe l’uragano Katrina un evento piuttosto comune.
L’istituto di ricerca americano sottolinea quattro aspetti generali da considerare nella soluzione di questi problemi, ormai sempre più ricorrenti:
1. priorità nel mantenere l’integrità dell’ecosistema naturale;
2. evitare approcci e azioni di breve periodo perché pericolosi per l’ambiente;
3. comprensione da parte dei decision makers dei collegamenti sempre più stretti tra cambiamenti climatici e catastrofi climatiche;
4. necessità di diversificare le fonti di energia (su questo aspetto si evidenzia il fatto che biocombustibili e fonti rinnovabili oggi rappresentano una alternativa reale e praticabile alle fonti fossili).